Architetture effimere e progetti per “macchine pirotecniche” nell’archivio di Gioacchino Ersoch
A cura di Elisabetta Reale
Gioacchino Ersoch (Roma, 6 luglio 1815 – 12 giugno 1902), proveniente da una famiglia di antiche origini svizzere, ottiene la patente di architetto nel 1838, dopo aver frequentato il biennio fisico-matematico all’Università romana della Sapienza, e nel 1839 viene assunto nell’organico tecnico della Camera capitolina, per poi entrare dal 1848 in quello dell’Ufficio Edilizio del Comune di Roma, ove percorre i diversi gradi della carriera tecnica: da architetto supplente a architetto effettivo dal 1859, poi dal 1880 architetto capo della Divisione III “Architettura” e dell’Ufficio V “Edilità e Lavori pubblici”. Collocato a riposo nel 1889, viene nominato architetto emerito del Comune di Roma.
La sua lunga e intensa attività professionale, svolta in gran parte all’interno delle amministrazioni capitoline per tutto l’arco temporale della seconda metà dell’Ottocento, si colloca in un periodo di transizione particolarmente significativo per la storia architettonica e urbanistica di Roma, in cui la città da centro dello Stato pontificio e della Cristianità diviene moderna capitale laica del nuovo Regno e si trova ad affrontare grandi cambiamenti politici, sociali e culturali e a rispondere ad una serie di esigenze legate al suo nuovo ruolo, che hanno un notevole impatto sul piano urbanistico ed architettonico.
In tale prospettiva si inquadra la sua opera volta ad assicurare lavori di adeguamento e nuovi servizi innovativi e a migliorare il decoro della città, con interventi che spaziano dall’arredo urbano (giardini del Pincio e altre aree verdi), alle grandi infrastrutture e servizi di approvvigionamento (mattatoi di Porta del Popolo e Testaccio, piano dei mercati), ai lavori nel cimitero Verano, agli edifici pubblici (caserme, scuole, archivi comunali) sino alla ristrutturazione del Teatro Argentina; oltre a progetti per committenza privata in palazzi e ville storiche. In questa ampia e articolata gamma di ambiti, si inserisce il settore delle architetture effimere e macchine pirotecniche, costituite da scenografie smontabili in tela e cartapesta, che riproducevano imponenti scenari di edifici e paesaggi di illusione, ideate in occasione di festività e ricorrenze, delle quali si presenta un percorso d’insieme, basato sulle testimonianze del suo archivio.
Punto di riferimento essenziale per ricostruire la storia e l’opera di Ersoch è il suo archivio, che ha vissuto una storia particolarmente complessa, in quanto per questioni ereditarie l’originario complesso, era stato diviso senza criteri coerenti in due parti, appartenenti a diverse eredi, compromettendone così l’unitarietà e completezza. In questo contesto l’attività di tutela della Soprintendenza in una prima fase si è incentrata sul nucleo di proprietà di eredi residenti a Firenze, ma conservato a Roma presso lo studio del prof. Racheli, che è stato dichiarato di interesse storico con decreto del 16 marzo 2000 dalla Soprintendenza, che ha poi promosso interventi di riordinamento (ultimato con l’inventariato redatto a cura di Tommaso Dore nel 2005) e riproduzione, prima del trasferimento a Firenze. Solo più recentemente, si è riusciti a riattivare con successo le attività sull’altro nucleo rimasto a Roma, che, seppur di minore consistenza, rappresenta una essenziale integrazione con il fondo originario, ed è stato pertanto dichiarato in data 28/02/2025. Sono attualmente in corso le procedure di acquisizione di entrambi da parte del Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre, al fine di pervenire alla ricomposizione del fondo, favorendo così ulteriori azioni di studio, valorizzazione e fruizione del bene.
Allo stato attuale la documentazione relativa alle architetture effimere risulta presente in modo disomogeneo in entrambi i nuclei[1], situazione che sarà possibile superare con la prevista riunificazione dell’intero complesso documentario; tuttavia, sulla base degli strumenti descrittivi disponibili e degli studi editi[2] è possibile tracciare un quadro complessivo.
Le macchine pirotecniche
A partire dal 1872 Ersoch viene incaricato dal Comune di Roma della progettazione delle spettacolari macchine pirotecniche allestite per la celebrazione di feste e ricorrenze, nel solco della tradizione di precedenti architetti, tra cui Pietro Camporese il giovane, Luigi Poletti e Virginio Vespignani. In un arco temporale dal 1872 al 1889 egli cura l’ideazione e l’organizzazione di 15 allestimenti raffiguranti edifici e monumenti di sua inventiva: le prime dodici a Castel Sant’Angelo, da dove si rispecchiavano nelle acque del Tevere, amplificando l’effetto luminoso con un suggestivo gioco di luci riflesse, le ultime tre nella terrazza del Pincio, dove si decise di portarle a fine anni ‘80; a queste si aggiunge quella per Monaco di Baviera.
I materiali archivistici (prevalentemente litografie riproducenti tavole e disegni, in cui compare oltre al nome di Ersoch come ideatore, quello del disegnatore e dell’incisore) ci restituiscono un quadro molto vario e articolato di soggetti e stili: accanto ad architetture di impronta classicheggiante troviamo quelle eclettiche; anche in queste opere conferma la sua consolidata capacità creativa, sperimentando il gusto per il particolare, l’ornato e il dettaglio.
La prima, Pantheon degli uomini illustri, risale al 1872 (fig. 1) e riproduce un edificio monumentale di stile bramantesco che esalta la memoria dei grandi “personaggi che hanno onorato l'Italia e cooperato al suo risorgimento”; il medesimo intento celebrativo ispira le due successive: il Monumento nazionale commemorativo dello Statuto (celebrativa dello Statuto, che nel 1861, con la nascita del Regno d’Italia, era stato esteso a tutto lo Stato) del 1873 (fig. 2) e il Monumento commemorativo dell’Unità italiana, dedicato a sua maestà Vittorio Emanuele II nel XXV del Regno, del 1874. Negli anni seguenti le girandole si ispirano invece ad uno stile eclettico presentando varie tipologie architettoniche e diversi caratteri stilistici, a cominciare dall’esotico Ninfeo in stile orientale del 1875, cui seguono nel 1878 il Faro marittimo fortificato, l’orientaleggiante Pagoda cinese nel 1879, il Tempio della pace nel 1880 (il cui modello sarà poi ripreso nel progetto presentato per il concorso per il monumento nazionale al re Vittorio Emanuele II indetto nel 1881), il Palazzo reale da villa in stile gotico nel 1881.
La celebrazione del progresso e dello sviluppo economico e civile della nuova nazione ispirano invece le macchine allestite negli anni successivi: Palazzo per esposizione di floricoltura e orticoltura (1882), il Monumento commemorativo dell’Esposizione universale di Torino (1884), Monumento alla Civiltà (1885). L’esaltazione del mito di Roma capitale torna in quella del 1886 Monumento commemorativo per la proclamazione di Roma Capitale del Regno.
Dopo il trasferimento nel 1887 degli allestimenti nelle terrazze del Pincio inizia la serie degli spettacoli nella nuova sede, con la prima Passeggiata del Monte Pincio ridotta a villa reale, cui seguono Prospetto di teatro Massimo (1888), fig. 3, e Prospetto di una esposizione italiana (1889), figg. 4-5.
Agli allestimenti romani si aggiunge il progetto della macchina pirotecnica per Monaco di Baviera con la Architektonische Darstellung des Kunstfeuerwerkes weches am Abend des 30 Juli 1888 auf Theresienwiese (rappresentazione architettonica della girandola artistica allestita la sera del 30 luglio 1888 sul Theresienwiese), in occasione del centenario in onore del re Ludovico I di Baviera a Monaco, che riproduce alcuni rappresentativi edifici dell’architetto tedesco Leo von Klenze (fig. 6).
Altri progetti di allestimenti effimeri
Per completare il quadro delle architetture effimere ideate da Ersoch, oltre alle macchine pirotecniche, troviamo altri due interessanti esempi di allestimenti temporanei, realizzati entrambi con strutture provvisorie in legno stucco e cartapesta, come apparati cerimoniali in occasione della visita del Kaiser Guglielmo II imperatore di Germania a Roma nell’ottobre 1888: il Congiungimento provvisorio del Palazzo Senatorio col Palazzo dei Conservatori, che riproduce seppur in modo effimero il suo grande progetto di trasformazione e unificazione dei palazzi capitolini, non realizzato (fig. 7) e il “Palco in stile egizio allestito intorno all’obelisco di Piazza del Popolo”.
Queste architetture effimere rappresentano un aspetto significativo della creatività di Ersoch, che ci riporta al clima storico del periodo, con la varietà dei soggetti: accanto alla celebrazione dei grandi valori dell’Unità nazionale, del Risorgimento, quelli del progresso e dello sviluppo della nazione, ma anche gli scenari esotici, che offrivano agli spettatori ammirati una suggestiva visione di edifici e terre lontane. Progettate per una durata temporanea e destinate per loro natura a scomparire, della loro esistenza (come per i progetti non realizzati) resta testimonianza nelle fonti archivistiche, che ci restituiscono anche questo particolare ambito dell’opera dell’architetto Ersoch, in cui si conferma la potenzialità progettuale e la rigorosa professionalità di lavoro del progettista, personaggio di primo piano nella storia architettonica e urbanistica di Roma della seconda metà del sec. XIX, che merita un pieno riconoscimento.
Elenco delle macchine pirotecniche in ordine cronologico
- “Pantheon degli uomini illustri” (Castel Sant’Angelo, 1872)
- “Monumento nazionale commemorativo dello Statuto” (Castel sant’Angelo, 1873)
- “Monumento commemorativo dell’Unità italiana” dedicato a sua maestà Vittorio Emanuele II nel XXV del Regno (Castel Sant’Angelo, 1874)
- “Ninfeo in stile orientale” (Castel Sant’Angelo, 1875)
- “Faro marittimo fortificato” (Castel Sant’Angelo, 1878)
- “Pagoda cinese” (Castel Sant’Angelo, 1879)
- “Tempio della pace” (Castel Sant’Angelo, 1880)
- “Palazzo reale da villa in stile gotico” (Castel Sant’Angelo, 1881)
- “Palazzo per esposizione di floricoltura e orticoltura” (Castel Sant’Angelo, 1882)
- “Monumento commemorativo dell’Esposizione universale di Torino” (Castel Sant’Angelo, 1884)
- “Monumento alla Civiltà” (Castel Sant’Angelo, 1885)
- “Monumento commemorativo per la proclamazione di Roma Capitale del Regno” (Castel Sant’Angelo, 1886)
- “Passeggiata del Monte Pincio ridotta a villa reale” (Pincio, 1887) non presente
- “Prospetto di teatro Massimo” (Pincio, 1888)
- “Esposizione italiana” (Pincio, 1889)
[1] Nel fondo descritto nell’inventario del 2005 sono individuati 5 progetti (Pantheon degli uomini illustri – 1872; Monumento Nazionale Commemorativo dello Statuto – 1873; Prospetto di un Teatro Massimo – 1888; Architektonische Darstellung des Kunstfeuerwerkes – 1888; Prospetto principale di una Esposizione italiana – 1889); più consistente e completa la documentazione presente nel nucleo dichiarato nel 2025, che, oltre ai 5 citati, conserva materiali delle altre macchine pirotecniche (per un totale di 14 litografie di disegni su carta e 1 fascicolo).
[2] Tra i vari saggi si citano in particolare quelli di A. M. Racheli “Primi risultati dell’ordinamento dell’archivio Gioacchino Ersoch” in Architettura Storia e documenti 1/2, 1989, e di Claudio Impiglia L’eclettismo pittoresco di Ersoch: architetture per il verde e per la festa in Gioacchino Ersoch Architetto comunale, a cura di A. Cremona, C. Crescentini, C. Parisi Presicce, Roma 2014, Collana Romarchitettonica, 1.